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La legge di Instabilità 2015 è alle porte

Il Mastrota della politica stà per inviarci a casa e con impegno la Legge di Instabilità 2015.
Merita particolar menzione la norma sulle partite IVA: Viene abrogato il regime riservato ai giovani e sostituito con
un regime dei minimi con discriminazione:  se non sei un Libero professionista avrai diritto ad un imposta sostitutiva
pari al 15% fino ad un reddito non superiore a 20.000,00 €, ma se sei uno SFIGATO Libero professionista il reddito ammesso scende a 15.000,00 €

L’Europa non aveva forse chiesto all’Italia maggior competitività?
Viene in mente subito un paragone: nel Regno Unito per le imprese esiste una tassazione unica pari al 20% ( si scaricano TUTTE le SPESE compreso la CARTA IGIENICA!!) e per le “piccole imprese” esenzione IVA fino ad un utile di 70.000,00 £.
…Poi ci meravigliamo quando sentiamo dire che nel 2014 sono emigrati nel Regno Unito 13.000 Italiani trai 20 e 45 anni!

Noi di BASTA-TASSE abbiamo idee completamente diverse rispetto a questi imbonitori, serve un cambio di direzione radicale, serve creare competitività vera, serve che l’Italia attiri investimenti.

Non ci stancheremo mai di ripeterlo : serve avere un regime fiscale concorrenziale in modo da reperire
risorse attirando i redditi delle multinazionali , serve mantenere la richezza dentro i nostri confini , serve l’eliminazione dell’ interesse sul debito pubblico, serve , ove necessario, uscire da un Europa finanziaria per creare una Nuova Europa solidale .
…Il resto è schiavitù !

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Avanti Italidioti!

ItalidiotiRenzi,  come aveva fatto il suo predecessore Letta, si è rivolto direttamente alle imprese ‘basta alibi‘: “Caro imprenditore, assumi a tempo indeterminato? Ti tolgo l’articolo 18, i contributi e la componente lavoro dall’Irap. Mammamia, cosa vuoi di più. Ti tolgo ogni alibi e ti do una grande occasione“.

Caro Renzi, senza lavoro non si crea lavoro, le imprese non cercano “alibi”se c’è domanda e convenienza si produce , altrimenti no! Chi può và all’ estero dove le tasse incidono al 20% ( vedi Regno Unito) . L’Italia si trova in Europa , il sistema fiscale è in concorrenza, l’imprenditore è libero e si sposta dove più è conveniente. Vogliamo la crescita,il lavoro ,il benessere? La soluzione è abbassare le tasse al 10% – 15% ,attirare investimenti ed imprenditori , in poco tempo le multinazionali come Google, Apple, Facebook, invece di andare in Irlanda con i loro fatturati da Miliardi di euro verrebbero nel bel paese (…vuoi mettere avere la sede in un posto dove trovi cultura, sole, mare, buon mangiare…) .
Ovviamente l’Europa non vuole questo perché a parità di trattamento ben sa che l’Italia offre di più, allora convince e costringe gli italidioti a tagliarsi le gambe con la pressione fiscale che allontanerebbe anche l’investitore più sprovveduto.
Basta Tasse !!!!

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l’Europa dell’ Euro viola il principio di Concorrenza leale

concorrenzaslealel’Europa dell’ Euro viola il principio di Concorrenza leale

L’art. 2588 Atti di concorrenza sleale …comma 3 ):”si vale direttamente o indirettamente di ogni altro mezzo con conforme ai principi della correttezza professionale e idoneo a danneggiare l’altrui azienda. “
L’Euro è una moneta privata , i singoli stati traggono il loro utile dalla capacità produttiva della propria società.
Differenze sostanziali tra gi stati dell’ Euro sul trattamento fiscale, previdenziale e delle regole sul mercato del lavoro costituiscono l’esercizio illegale della concorrenza sleale .

L’Europa dell’ austerity agevola l’esercizio di tale di tale abuso accentuando ed aggravando le economie in difficoltà.

Chi oggi difende il sistema Euro –Europa, difende il potere delle lobby e di coloro che traggono vantaggio da un uso illegale ed immorale della politica monetaria utilizzata come strumento di controllo dell’ autonomia e sovranità degli stati.
Alle prossime elezioni , Basta Tasse non potrà esserci: servivano 150.000 firme , e solo di autentiche (senza contare le spese per i banchetti) 300.000 € per il corrispettivo richiesto dai cancellieri per autenticare le firme , come vedete il principio di conservazione della classe politica impedisce al popolo libero di attuare la democrazia.
Un consiglio: alle Europee scegliamo solo chi si dichiara euroscettico!

 

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IL NEOFEUDALESIMO SI CHIAMA EUROZONA

IL NEOFEUDALESIMO SI CHIAMA EUROZONA. E’ UN MOSTRO. STORIA, NOMI, FATTI.

 di Paolo Barnard

gerarchia__feudaleIl complotto. Una parola trasformatasi in un’arma micidiale ai danni di chi studia, denuncia, e lotta contro il Vero Potere. E’ usata da giornalisti soprattutto, quelli che dalle pagine dei grandi quotidiani e dagli schermi Tv ammiccano sorrisetti spregiativi quando quelli come me parlano di Unione Europea criminale, di progetto Neoclassico e infine di NEOFEUDALESIMO. Ci tacciano di essere dei fantasisti o pazzoidi che parlano di complotti, sciocchezze… suvvia, siamo seri.

Io (e pochissimi altri) denuncio cose che volano in effetti chilometri sopra la comprensione comune della gente. Esse sono così distanti dal ‘ragionevole’, dal ‘plausibile’, che è gioco facile, per coloro che sanno invece benissimo che quello che io denuncio è vero,squalificarmi come complottista. E allora l’Olocausto?

Il massimo storico dell’Olocausto mai esistito si chiamava Prof. Raul Hilberg. Il suo monumentale volume “La Distruzione degli Ebrei d’Europa” racconta fra la tante cose un fatto proprio ‘irragionevole’ e ‘non-plausibile’, una cosa che si direbbe pazzesca. Ed è che nella civilissima Germania degli anni ’40 del XX secolo, la macchina mostruosa dell’Olocausto si compose precisamente di due componenti:

A) di un’ideologia divenuta fede – cioè che l’ebreo andava eliminato per la salvezza del continente Europa;

B) e di una, si faccia attenzione!, macchina burocratica di sterminio AUTOPROPAGATASI, cioè non comandata dall’alto pianificata dai vertici nazisti. Ovvero di un moto perpetuo e autonomo che creava pezzi della macchina di sterminio man mano che questo moto passava da una testa all’altra, da una burocrazia all’altra, da una regione all’altra, da un’autorità locale all’altra, in Germania come in Polonia ecc. Nessun decreto di Hitler con le parole “gassateli”, nessun comando berlinese di ingegneri pianificatori dei campi di concentramento, nessuna riunione del Terzo Reich dove ogni sei mesi si faceva il punto dello sterminio. Ma, ripeto, un moto AUTOPROPAGATOSI da un’ideologia/fede e che ha finito col ricomporsi SPONTANEAMENTE in un Olocausto gestito da migliaia di pezzetti burocratici autonomi senza alcuna gestione centrale. Non so se vi è chiaro, ma tutto questo ha dell’incredibile, eppure fu così, lo decreta il massimo storico del Nazismo mai esistito. Ora…

… immaginate se un’autorità della statura immensa come quella del Prof. Raul Hilberg avesse scritto di tutto ciò, previsto tutto ciò, negli anni dell’ascesa al potere di Hitler. Ma è straovvio: lo avrebbero squalificato come un mentecatto delirante e uncomplottista, probabilmente anche dagli stessi ebrei tedeschi. Facile, come bere un bicchier d’acqua.

E qui arrivo al nostro NEOFEUDALESIMO. Il mio lavoro di oggi, dopo il saggio Il Più Grande Crimine 2011, sta svelando una pianificazione di quasi un secolo da parte delle eliteTradizionaliste Neofeudali europee, cioè il Vero Potere, per riprendersi il dominio perduto dall’Illuminismo in poi; per, soprattutto, re-imporre alle “masse ignoranti” d’Europa un GIUSTO ORDINE che ne avrebbe evitato, a loro parere, la degenerazione in un modello di ‘depravata democrazia all’americana’. Il GIUSTO ORDINE significava e significa oggi per loro l’assoluto controllo di una elite non-eletta su centinaia di milioni di cittadini europei sempre più impoveriti, e quindi resi servi impotenti. E lo strumento che queste elite Neofeudali hanno usato per portare al successo quella pianificazione è l’UNIONE MONETARIA EUROPEA, oggi chiamata Eurozona, che infatti sta ottenendo la devastazione della democrazia e degli standard di vita in tutta Europa, con crolli di quegli standard e dell’economia della piccola-media borghesia di proporzioni indicibili. Ebbene, ricordate Hilberg: facile per i tromboni servi del Vero Potere ridicolizzare me e le mie autorevoli fonti accademiche come complottisti. Ma non lo siamo. Noi vi stiamo raccontando il prossimo Olocausto, dove nei campi di sterminio è già oggi finita la DEMOCRAZIA.

 

Elite Tradizionaliste Neofeudali: da dove nascono? E cosa hanno fatto?

Per semplificare un racconto immenso, parto dal New Deal di Franklin D. Roosevelt. Quando la notizia di quella rivoluzione sociale ed economica americana giunse in Europa, essa fu accolta dai discendenti delle famiglie dominanti e dai maggiori capitani d’industria, i Tradizionalisti Neofeudali, con orrore. Niente meno che orrore. Ma che stava facendo quel pazzo degenerato di Roosevelt?, pensarono. Dio! Stava usando i soldi dello Stato per creare dei “falsi diritti” per le “masse ignoranti”, per i disoccupati, e gli stava migliorando lo standard di vita! Questo era anatema per Tradizionalisti Neofeudali, per due motivi: lo Stato USA, poiché possessore di una moneta sovrana, aveva in mano uno strumento di potere di fuoco infinito per far avanzare proprio le spregevoli “masse ignoranti”, e questo poteva contagiare anche gli Stati d’Europa. Andava evitato a tutti i costi; e una volta che le “masse ignoranti” avessero ottenuto abbastanza diritti e benessere, sarebbero divenute troppo potenti e avrebbero definitivamente distrutto i VALORI DEL GIUSTO ORDINE SOCIALE perduto dopo il crollo dei feudalesimi a favore della democrazia. Questi valori sono:

A) sottomissione delle “masse ignoranti” alla superiore saggezza delle elite non-elette, che le governa attraverso istituzioni SOVRANAZIONALI rette da tecnocrati fedeli ai Tradizionalisti Neofeudali (vi dice già qualcosa….?).

B) una vita di permanente povertà o scarsità delle “masse ignoranti” per non alzare troppo la testa sopra il regno della Chiesa vaticana, fedele alleata della restaurazione del GIUSTO ORDINE.

C) da quella scarsità doveva venire paura e insicurezza continua delle “masse ignoranti” per cementare tutto ciò. Un esempio concreto: essi pensarono che con “masse ignoranti” rese benestanti ‘alla americana’ non sarebbe più stato possibile spedire milioni di poveracci a crepare come maiali al macello nelle trincee di una guerra Neofeudale (I Guerra Mondiale), o in avventure coloniali dello stesso stampo, non sarebbe più stato possibile estrarre manodopera della gleba per i loro conglomerati industriali.

Ora ecco chi erano i Tradizionalisti Neofeudali. Il primo gruppo si riunì fra le due Grandi Guerre attorno al Comité des Forges in Francia, finanziato dalla famiglia Wendel e dai tedeschi Krupp, con interventi finanziari di non poco conto della Banca di Francia. Erano politici principalmente, ma raccoglievano le idee di pensatori noti, da Junger a Keyserling, Heidegger, Jouvenel, Perroux, Mounier, Celine, naturalmente selezionandone le analisi più convenienti per il loro sogno di restaurazione del GIUSTO ORDINE, e scartandone molte altre (ad eccezione di Perroux che fu preso e copia-incollato da cima a fondo). Gli economisti di riferimento erano i Neoclassici più noti allora: Walras, Jevons, Menger. Questo primo drappello fu immediatamente ingrossato nelle sue fila dai maggiori industriali nord europei (franco-tedeschi soprattutto, il cosiddetto cartello dell’acciaio-carbone), dalle famiglie nobili, prima fra tutte la famiglia tedesca dei Thurn Und Taxis e i belgi Davignon e Boel, i Reali allora esistenti in Europa (esclusa la Gran Bretagna), e la miriade di discendenti della casa Hohenstaufen (non posso qui elencare tutti questi ‘rentiers’ europei, ma sono migliaia di famiglie).

Se ne deduce che era principalmente un ‘asse’ franco-tedesco, ed aveva un progetto ben preciso: sottomettere a quasi servitù intere nazioni europee a cominciare da Italia, Portogallo, Spagna, il Benelux, e anche gli scandinavi. L’Europa dell’est neppure era presa in considerazione, la consideravano territorio coloniale come l’Africa. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, i Tradizionalisti Neofeudali avevano due visioni nette: la prima era che la ‘democrazia dei consumi’ d’oltreoceano avrebbe finito per corrompere quella società con i valori ‘depravati’ del benessere minimo della gente, fino alla sua distruzione. Infatti il capitalismo americano, per quanto infestato di imperfezioni, doveva (e deve) mantenere in vita un minimo di spesa pubblica per evitare il collasso totale dei consumi, che è contrario agli interessi delle Corporations, e quindi doveva (e deve) mantenere le strutture democratiche di: governo sovrano, Parlamento che decide la spesa (Congresso), e Banca Centrale che la finanza (FED). Tutti elementi, questi, che per i Tradizionalisti Neofeudali erano bestemmie politiche allo stato puro che avrebbero affondato gli USA celebrando la vittoria della loro Europa neofeudale; la seconda visione era che appunto l’Europa non avrebbe mai dovuto diventare un modello americano di Stati Uniti d’Europa con un governo centrale democraticamente eletto, un Tesoro comune e Banca Centrale a garanzia dei debiti pubblici (vi dice già qualcosa…..?). Il fatto è che in America nessun singolo Potere era, ed è mai riuscito badate bene, come invece in Europa oggi proprio al culmine del sogno Neofeudale, a impossessarsi di tutti e tre i poteri fondamentali delle elite: il potere economico, quello politico e quello di manipolazione delle masse. I Tradizionalisti Neofeudali invece lavorarono proprio per impossessarsi di tutti e tre questi poteri, con un successo tragico oggi chiamato Unione Europea/Eurozona.

Ora torniamo al loro valore numero uno, sopradescritto come: A) sottomissione delle “masse ignoranti” alla superiore saggezza delle elite non-elette, che le governa attraverso istituzioni SOVRANAZIONALI rette da tecnocrati fedeli ai Tradizionalisti Neofeudali. La domanda che si posero fu come ottenere una struttura simile. La risposta che gli arrivò fu lampante: creare una UNIONE MONETARIA, che privando gli Stati della loro moneta li distruggeva di fatto totalmente, e li assoggettava ai gestori esterni, sovranazionali, di quella UNIONE. Uno Stato senza portafoglio è un eunuco, anche meno di questo, è come un padre di famiglia senza reddito, il cui Parlamento diventa una facciata di cartapesta: democrazia MORTA. Di conseguenza le “masse ignoranti” sarebbero andate allo sbando e crollate nella deflazione permanente del loro standard di vita (vi dice già qualcosa….?), esattamente lo scopo dei Tradizionalisti Neofeudali.

La sopraccitata risposta gli fu servita da quattro uomini: Robert Schuman, lobbista dell’industria pesante francese di acciaio e carbone, e un prediletto del Vaticano, uomo di collegamento coi trust dell’acciao-carbone tedeschi; Jean Monnet, banchiere, esperto di finanza, e uomo strategico perché in buoni rapporti con gli USA; Walter Funk, presidente della Reichsbank (1943); e Francois Perroux, economista, il vero cervello dietro la moneta unica e il modello di Banca Centrale Europea che poi sarebbe venuto, un filonazista puro (almeno fino a che non giudicò Hitler troppo ‘soffice’), con cui lavorava un altro economista di pura tradizione neofeudale, Jaques Rueff.

I Neofeudali di Francia e Germania a quel tempo, e qui stiamo già parlando dei primi anni dopo il 1945, capirono però che non potevano portare avanti un progetto di rottura così violento coi valori americani, perché l’Europa ridotta a macerie era appesa alla tetta di Washington disperatamente. Qui fu la furbizia di Monnet a fare il trucco. Monnet semplicemente descrisse il micidiale progetto neofeudale della UNIONE MONETARIA ai presidenti USA Truman e Eisenhower come un’unione europea di nazioni retta da un governo di saggi in funzione anti Sovietica! Un muro contro il ‘pericolo rosso’. Non solo, Monnet disse agli americani che la Banca di Francia avrebbe continuato a finanziare la Germania dell’ovest, visto che i Wendel erano di fatto i padroni della banca. Washington ci cascò, e rimase totalmente inconsapevole della vera natura del progetto descritta sopra, e del suo odio feroce per qualsiasi modello americano.

Prima di proseguire, va spiegata una cosa di una importanza cruciale, ma veramente assoluta. Quando parliamo di uomini del Vero Potere, tendiamo automaticamente a pensare a questi vampiri che siedono su castelli stracolmi di oro, ricchezze, fortune immani, e che fanno ciò che fanno a milioni di innocenti per pura arrogante avidità. No. Fermi. Personaggi di questa matrice esistono certamente, ma sono più gli americani a essere di quella pasta, come alcuni europei certo, ma NON i Tradizionalisti Neofeudali. No, no e no. Essi, dovete capirlo, lavorarono, e oggi lavorano, solo per due motivi:

A) Un senso di investitura divina al DIRITTO di governare le “masse ignoranti”, esattamente come i loro antenati in epoca feudale. Ma soprattutto…

B) Un senso del DOVERE, cioè di dover fare quello che fanno, se no, essi sono convinti, il mondo del GIUSTO ORDINE SOCIALE verrà travolto dalla depravazione di quel mostro purulento chiamato democrazia, che per loro è la fonte della fine di ogni valore, di ogni buon senso, la fonte della fine di tutto. LoroDEVONO salvarsi e salvarci, a costo di ammassare montagne di cadaveri. Ricordate bene: un uomo come l’attuale presidente del Consiglio Europeo, il super-Neofeudale Herman Von Rompuy, o un uomo come Mario Monti, ne sono convinti fin nel midollo. Così Juncker, Draghi, Issing, Barnier, Rehn, così era Padoa Schioppa e soci. Ecco perché non mostrano un milligrammo di pietà umana per le sofferenze di milioni di europei oggi (vedi Grecia). Essi pensano che essa è la giusta via del SACRIFICIO per impedire a tutto il continente di sprofondare nella sparizione finale dei loro ‘GIUSTI VALORI’. Lo Stato non dovrà MAI PIU’ garantire alle masse i “falsi diritti” del welfare, della democrazia, del benessere in crescita (non vi dice già qualcosa….?). In questo iTradizionalisti Neofeudali odierni derivano la loro ideologia non solo dai personaggi sopraccitati, ma anche da Heidegger, Hitler, Goebbels, Funk e Schacht, tutti autori di scritti e noti discorsi contro la ‘perversione’ del New Deal di Roosevelt, cioè del modello di Stato interventista nel sociale, e a favore invece della supremazia delle elite su Stati imbelli. Ma la derivano soprattutto (Monti fra i primi) da colui che si contende il titolo di ‘Il più sociopatico economista mai vissuto’ con Robert Malthus, cioè Friedrich Von Hayek, della cosiddetta scuola austriaca, un vero razzista di proporzioni epiche, l’uomo che scrisse di poter tollerare un minimo di Stato Sociale ma solo “per impedire ai poveri di esasperarsi al punto da divenire un pericolo fisico per le classi dominanti” (sic). E’ l’uomo che dopo il francese Perroux si batté per impedire l’accesso delle “masse ignoranti” all’istruzione pubblica, considerata pericolosa perché avrebbe fatto comprendere alle masse l’economia.

 

Il salto del Neofeudalesimo dei Tradizionalisti al Vero Potere Neofeudale del giorno d’oggi.

Non vi faccio perdere tempo. La nascita dell’Unione Europea è roba stranota come tappe formali: Piano Schuman 1949, la CECA nel 1951, il Trattato di Roma 1957, nel 1967 la Comunità Europea (CE), nel 1979 eleggemmo il primo Parlamento Europeo, poi arriva il 1993 quando nasce l’Unione Europea col Trattato di Maastricht, che sancì una serie di riforme eclatanti, fra cui dal 1 gennaio 2002 quella dell’Euro come moneta unica per i suoi membri. La nostra Banca Centrale Europea di oggi è stata modellata precisamente sulle indicazioni del tradizionalista neofeudale Francois Perroux, che già allora scrisse quelli che oggi sono i comandamenti della BCE: impedire agli Stati di spendere a deficit per il terrore dell’inflazione; le crisi si curano con Austerità feroci, cioè tagli sociali e super tasse; il Mercato Unico deve esser il Signore assoluto senza nessuna interferenza degli Stati; la flessibilità del lavoro è un comandamento imprescindibile. Questo scrisse il neofeudale Perroux nel 1943 (!), e questo è oggi!

E sempre stando col francese, ma anche con l’ultra neofeudale austriaco sopraccitato, Hayek, si viene a sapere che l’idea di sottomettere le banche al potere delle elite neofeudali – oggi in pieno svolgimento con l’Unione Bancaria UE (si legga http://paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=834) – fu loro già 60 anni fa.

Oggi, le idee tradizionaliste/neofeudali degli anni ’30 di UNIONE MONETARIA, Banca Centrale e distruzione della spesa pubblica degli Stati, hanno preso la forma della perversa struttura dell’Eurozona, con l’UNIONE MONETARIA, la BCE, e le AUSTERITA’. Queste perfette riproduzioni del vecchio progetto tradizionalista neofeudale hanno di fatto spogliato totalmente gli Stati ex sovrani di ogni reale potere consegnandolo a elite non-elette (Commissione UE), e ne hanno esautorato i Parlamenti con i Trattati UE sovranazionali che sono superiori in autorità alle nostre leggi, cioè il sogno neofeudale come detto più sopra. Ora notate però una cosa: il progetto tradizionalista neofeudale ha tolto tutto allo Stato nazionale meno una cosa: il potere di polizia fiscale, proprio per imporre a milioni di esasperati cittadini gli orrori del ‘giusto sacrificio’ del GIUSTO ORDINE neofeudale, che io ho battezzato coi nomi di Economicidio eChemiotassazione. Bene, anche questa idea risale al club di Perroux, Funk, Rueff e soci, altra mostruosità neofeudale presente sulla soglia di casa di milioni di noi oggi.

Ma chi sono oggi i portatori dell’oscena torcia Neofeudale nella UE? cioè: CHI SONO GLI UOMINI CHE HANNO RACCOLTO L’EREDITA’ DEL PIANO TRADIZIONALISTA NEOFEUDALE DEGLI ANNI ’30, E CHE LA STANNO PORTANDO ALLA VITTORIA CON LA DEVASTAZIONE DI TUTTE LE NOSTRE EX DEMOCRAZIE, CON DISOCCUPAZIONE RECORD, PAURA SOCIALE, E DEFLAZIONE ECONOMICA PERMANENTE AI MASSIMI LIVELLI DA 70 ANNICREATE A TAVOLINO DALL’EUROZONA E DAI SUOI TRATTATI?

Ne ho già nominati alcuni, cioè Herman Von Rompuy, Mario Monti, Juncker, Draghi, Issing, Barnier, Rehn, Barroso, così era Padoa Schioppa. Aggiungo alcuni altri colossi neofeudali: Jacques Attali, Jacques Santer, lo fu Francois Mitterrand, Jean Claude Trichet, poi Giuliano Amato, Romano Prodi, Theo Waigel, col codazzo di centinaia di vassalli tecnocrati come gli italiani Marco Buti e Massimo Tononi. Vi si aggiunge la corte di latifondisti, nobili e massoni ammorbati di Opus Dei che si riuniscono attorno a Etienne Davignon e al famigerato club Bilderberg, sempre potentissimi.Poi il micidiale Jacques Delors, l’uomo di devota ‘scuola Perroux’ che ha tenuto le massime redini d’Europa(Presidente Commissione Europea, il vero potere UE) per tutti i 10 anni cruciali del passaggio dalle democrazie degli anni ’70 agli Stati fantoccio del dopo Maastricht/Eurozona. Poi non si dimentichino le correnti tedesche di economia della Scuola di Berlino e di Bremen, con il cosiddetto ‘Ordo-Liberismo’ di Walter Eucken che ha spacciato a generazioni di gonzi tedeschi il Neofeudalesimo come corrente sociale!

Ma qui c’è un altro passaggio da capire, che è cruciale. L’avanzata del NEOFEUDALESIMO, cioè della VERA ANIMA di tutto quello che a voi raccontano come Eurozona e Unione Europea e che ci sta distruggendo come democrazie, si è servita di una specie di‘ascensore’ per arrivare invisibile nella stanze del potere. Hanno usato l’economia cosiddetta Neoclassica e quella Neoliberista. Come detto, i Neofeudali hanno usato un’arma principale per ottenere l’abbattimento del potere degli Stati di spendere per la crescita del popolo e della democrazia: l’UNIONE MONETARIA, che, ripeto, significa 1) bloccare la spesa pubblica 2) creare il terrore dei deficit 3) imprigionare i governi entro spese pubbliche microscopiche 4) quindi paralizzare il flusso di denaro nelle società, portando deflazione economica, fallimenti a catena, disoccupazione alle stelle, paura e insicurezza di tutti 5) e consegnare noi cittadini/aziende nelle mani dei produttori ‘privati’ di denaro, cioè le banche, visto che il produttore di denaro pubblico, lo Stato, è stato castrato.

Bene, queste folli regole erano per coincidenza anche il vangelo degli economisti prezzolati dal Vero Potere che si organizzarono per distruggere, per letteralmente polverizzare, tutta l’Economia Sociale nata dal pensiero di Marx, di Keynes, della Robinson, di Kalecki, di Godley, quella cioè che predicava l’esatto opposto: uno Stato DEVE SPENDERE PIU’ DI QUELLO CHE TASSA PER FAR CRESCERE IL 99%, A SCAPITO DELL’1%. Questi economisti prezzolati dal Vero Potere erano e sono appunto i Neoclassici e iNeoliberisti, quelli che (parlando dell’Italia) oggi campeggiano alla Bocconi e sul Corriere della Sera, cioè i Giavazzi, gli Alesina, i Boeri, i Mingardi, Stagnaro, Boldrin, ecc. Ma soprattutto i loro ‘superiori’ internazionali come Von Mises, Friedman, Brunner, Tsiang, Meltzer, Lucas, Reinhart e Rogoff, Mankiw ecc. La cosa pietosa di sto drappello di venduti con crimini sociali sulla coscienza è che non si sono mai resi conto di essere stati usati come ‘ascensori’ da un potere ben più devastante, quello Neofeudale, che li disprezza persino, considerandoli troppo morbidi nell’opera di annientamento delle “masse ignoranti”, così come Perroux considerava Hitler troppo morbido. Ma i Neofeudali li hanno e li stanno ancora usando. Il problema è che tantissimi antagonisti del Vero Potere credono in buona fede che il nemico da combattere in UE siano ste ‘puttane’ dell’economia Neoclassica eNeoliberista, mentre no!NO!, il nemico ha un altro nome: NEOFEUDALESIMO. Ma naturalmente…. Barnard è un complottista… eh? cari miei economisti ‘di sinistra’ eteroignari alla Brancaccio, Zezza o Bellofiore? Non avete ancora capito NIENTE del Vero gioco, sciocchi.


Il grande paradosso capitalistico.

Una domanda, sono certo, vi ha già percorso la mente da un bel po’. Questa: ma le classi capitaliste europee non la vedono la contraddizione fra la dottrina ormai dilagante del Neofeudalesimo e i loro interessi? Non lo vedono che distruggere la ricchezza immessa dallo Stato in cittadini/aziende (la spesa pubblica), che creare così deflazione permanente, e che ridurre alla semi-povertà milioni di europei li danneggia nei commerci di beni e servizi e quindi nei profitti?

La risposta a questa domanda è sempre – come tutto è quando si parla di Vero Potere, e così come nell’esempio iniziale dell’Olocausto – scioccante e incredibile. La semplifico. Uno dei colossi dell’economia sociale, quella dell’INTERESSE PUBBLICO, e naturalmente sepolto e dimenticato, era Michal Kalecki, polacco. Già lui negli anni ’40 del XX secolo ci avvisava della miopia, MIOPIA, permanente e irrimediabile della classe capitalista imprenditrice. Disse Kalecki che, contrariamente a tutte le evidenza della scienza economica, gli imprenditori nascono, crescono e muoiono con stampato nel loro cervello il Dogma secondo cui un’azienda profitta se paga i lavoratori il meno possibile. E questo, già ai tempi del geniale polacco, valeva per il gigante Krupp come per il salumaio di quartiere. Oggi questa demenziale distorsione mentale esiste identica in tutta la classe imprenditrice europea, dalla Fiat o Siemens, alle piccole medie imprese, al bar.

Non è valso nulla che un altro genio dell’economia sociale come John Maynard Keynes abbia dimostrato all’infinito che il “Paradosso del Risparmio” è una rovina di tutto il ciclo economico mondiale: se si pagano poco i lavoratori, se si risparmia e non si spende, crolla il flusso di liquidità che è proprio quello che fa crescere aziende ed economia, che permette gli investimenti e infine i profitti stessi. E’ lampante no? Ma no. Non è valso a nulla che Marx nell’800 o che Godley pochi decenni fa abbiano spiegato ai capitalisti i precisi meccanismi della creazione del profitto, che richiede SEMPRE l’esistenza di categorie di salariati capaci spendere bene a favore di altre categorie (e se possibile senza ricorrere al debito con le banche), con, come fornitore di liquidità di ultima istanza lo Stato. No. Niente. I capitalisti non lo capivano, e non lo capiscono ancora oggi. Gli imprenditori colossi, ma anche quelli medi e piccoli, non la vogliono capire. E allora ecco che si spiega perché il fanatismo dei Neoclassici di ridurre tutti i salari a livelli di semi-povertà gli va a genio perfettamente.E’ il trionfo del loro istinto idiota di dominare i dipendenti credendo di trarne profitto. E’ il trionfo della cocciuta stupidità dell’imprenditore che NON CAPISCE MAI, MAI NULLA DEI FONDAMENTALI DELLA MACROECONOMIA KEYNESIANA, che invece farebbe la fortuna sua e dei suoi dipendenti allo stesso tempo.

Pensate, in questo contesto, al fenomeno delle mega-fusioni e acquisizioni industriali e bancarie. Spiego: da diversi anni assistiamo a una corsa maniacale di Corporations e banche ad acquistare rivali, o aziende minori, per creare questi colossi sempre più immensi. Cito solo la tedesca Audi o la Deutsche Bank perché la Germania è oggi lo Stato che più al mondo corre per gonfiare in modo mostruoso le dimensioni delle proprie maggiori aziende; ma anche la nostra Unicredit, ENI o ENEL tentano espansioni simili, e altri esempi sono infiniti. Il punto che hanno in comune tutti questi operatori del mega capitale è sempre il medesimo: tagliare i costi e i salari. Cosa stanno facendo questi sciagurati? Semplice: obbediscono all’ordine Neofeudale secondo cui appunto l’immane concentrazione del potere dei Signori deve ritornare agli splendori dei secoli IX o XII, con servitù della gleba come manodopera sia di colletti bianchi che blu. E di nuovo non comprendono che questo deprimerà proprio l’economia su cui vivono. No! Comandare è più importante per loro, del resto sono ciechi.

E poi si faccia attenzione: i Neofeudali sanno benissimo che una volte che una Corporation o una banca divengono ipertroficamente colossali, è impossibile per qualsiasi Stato lasciarle fallire quando l’economia che esse stesse hanno depresso, come detto sopra, collassa, perché finirebbero per trascinarsi dietro mezzo mondo. E allora gli Stati devono usare il denaro pubblico per salvarle, chinando la testa come sguatteri. E perché la chinano? PERCHE’ NON POSSONO PIU’ USARE LA LEGGE DEI PARLAMENTI PER COMANDARE NELL’INTERESSE PUBBLICO, VISTO CHE I NEOFEUDALI SONO OGGI I SOLI POSSESSORI DELLA LEGGE SOVANAZIONALE. Attenti a questo passaggio, lo ripeto. Solo i Tecnocrati Neofeudali possono oggi controllare questi colossi industriali e bancari, visto che sono loro, i Neofeudali della Commissione Europea, della BCE o del Consiglio UE che gestiscono l’arma finale di tutte le armi:

LA LEGGE, oggi da loro esclusivamente creata in UE.

 

La disperazione di un pubblico che non capisce. Cosa va fatto.

Una precisazione importantissima per i lettori, che, mi perdonino, non riescono mai bene a capire le ombre del Vero Potere e virano sempre verso un quadro di buoni contro cattivi, chi vince chi perde. No, le cose nel mondo del Vero Potere, specialmente nella sua versione Neofeudale, non stanno così.

La guerra è in corso, non è vinta, i Neofeudali hanno indiscutibilmente ottenuto vittorie agghiaccianti, le ho già descritte alla noia, ma ribadisco: basti pensare al fatto che Camera e Senato oggi sono stati resi teatrino di campagna assieme alla nostra Costituzione; basti pensare che l’Italia non ha mai visto un crollo dei consumi come quello odierno dalla fine della II Guerra Mondiale (Istat), con i giovani disoccupati italiani in numeri di livello africano. Io qui vi ho raccontato dell’esistenza di questo mostro e di ciò a cui mira in futuro. Ma ci sono forze antagoniste alla restaurazione finale del NEOFEUDALESIMO in Europa: non sono certo gli attivisti, che non ci capiscono nulla e si rifiutano di capire; non sono certo (perdonate, conato…) i sindacati. Sono alcune forze di capitalismo europeo filo-USA; è una parte del mondo finanziario, quella più vicina al sistema bancario ‘retail’, cioè piccole-medie banche; ma soprattutto sono le colossali incognite del capitalismo russo e cinese, dell’asse che stanno creando con l’idea di uno Yuan moneta di riserva internazionale sostenuta dal gas/petrolio russo, cioè un rivoluzione economica sempre modellata sugli Stati Uniti che potrebbe spazzare via da sola tutto il progetto neofeudale in pochi anni.

Ma per ora i Neofeudali sono qui, a Bruxelles e a Francoforte, e sono micidiali, hanno in mano tutto il potere, TUTTO. E qui arriva la mia disperazione: un pubblico che non capisce.

Lo avete capito che tutto ciò che hanno creato i NEOFEUDALI in oltre 70 anni è all’origine della più devastante crisi delle democrazie, dell’economia, dei posti di lavoro, del futuro dei giovani, della tutela sociale dalla fine della II Guerra Mondiale? Lo capite che l’urlo dell’operaio del Veneto, che la depressione della famiglia laziale una volta benestante e oggi in crisi, che il collasso dei diritti alla vita dignitosa alla salute alla prosperità di milioni di noi provengono tutti dal progetto Neofeudale, OGGI VINCITORE? Lo avete capito che quel progetto ha distrutto la spesa pubblica, la sovranità dei Parlamenti, e l’economia dell’Interesse Pubblico, per restaurare il GIUSTO ORDINE del regno delle elite sulle “masse ignoranti”? E si chiama Eurozona, UE dei tecnocrati.

Lo avete capito che un fantoccio patetico come Renzi, immediatamente chiamato a obbedienza dalla neofeudale Angela Merkel, conta come una cacca di piccione sul davanzale d’Europa? Lo capite che i politici di Roma sono ridicoli figuranti impotenti e grottescamente ignari di tutto il Vero Potere? Vi è chiaro che gli sbraiti di un cretino di Genova neppure arrivano alla soglia di casa dell’autista di uno come Herman Von Rompuy? Che neppure arrivano all’orecchio della camiciaia di Barnier? Lo avete capito che il Vero Potere va studiato e che dobbiamo contrapporgli una guerra totale combattuta da uomini e donne con pedigree d’acciaio, con una preparazione che spacca un capello con uno sguardo? Che va combattuto da chi ha la seguente idea chiara, limpida e scolpita nell’acciaio della propria determinazione a liberarsi:

I NEOFEUDALI CI HANNO SOTTOMESSI, DEPREDATI DI DEMOCRAZIA E DIRITTI, CI HANNO SCHIAVIZZATI USANDO CODICI DI LEGALITA’ DA LORO RESI ‘PLAUSIBILI’, QUANDO INVECE ERANO ‘INIMMAGINABILI’, E CI RISERVANO UN FUTURO DA SERVITU’ DELLA GLEBA NEL TERZO MILLENNIO.

ORA NOI DOBBIAMO RIPRENDERCI 250 ANNI DI CODICI DI VERA LEGALITA’, QUELLA CHE HA PRODOTTO LE PIU’ AVANZATE COSTITUZIONI DEL MONDO PER L’INTERESSE PUBBLICO, E SBATTERGLIELA IN FACCIA, CON IL POTERE RESTITUITO AGLI STATI SOVRANI E AI PARLAMENTI DI FERMARLI E DI ARRESTARLI, DI PROCESSARLI PER I LORO IMMANI CRIMINI, E DI FARLI SPARIRE.

Questo dobbiamo fare. Significa: l’uscita dell’Italia dall’Eurozona neofeudale, il ripristino della nostra SOVRANITA’ MONETARIA E PARLAMENTARE, e l’applicazione in Italia della migliore economia dell’Interesse Pubblico mai esistita: la Mosler Economics MMT. Leggete il Programma di Salvezza Economica per il Paese qui http://paolobarnard.info/intro.htm.

Ma significa soprattutto un’altra cosa, caro lettore, cara lettrice: che tu, come me, ritrovi il CORAGGIO, il coraggio di ribellarti, ora che sai cosa ti stanno facendo. Caro lettore, cara lettrice, senza coraggio siete morti, e saranno morti i vostri figli, e se non avrete coraggio ve lo meritate.

(p.s. buone elezioni europee… come andare a investire in un pollaio di Vicenza credendo di influenzare la Borsa di New York.)

Tratto da
http://paolobarnard.info/pb/il-neofeudalesimo-si-chiama-eurozona-e-un-mostro-storia-nomi-fatti/

 

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L’euro dei Nazi e il nostro

Sembra che la Grande Germania, ritornata soggetto geopolitico egemone in Europa, stia realizzando attualmente la prospettiva immaginata dai politici e dagli economisti nazisti per il loro dopoguerra vittorioso: di rendersi esportatrice netta di merci verso una periferia monetariamente subalterna ad una moneta unica che allora sarebbe stato il marco e adesso è l’euro.

Alla metà degli anni ’30 la stabilità degli scambi commerciali con l’estero era stata raggiunta in Germania mediante accordi bilaterali di clearing che consentivano di scambiare le merci senza “consumare” moneta perché le importazioni, non coperte da esportazioni, venivano contabilizzate in una “stanza di compensazione” e rinviate al futuro, senza interessi, in attesa d’essere saldate con esportazioni a venire. A seguito dei successi militari del 1940 una sua evoluzione venne ritrovata nella compensazione multilaterale tra le nazioni progressivamente alleate o conquistate, così che se la Germania si trovava con un debito verso A ma pure con un credito verso B, B pagava A e la Germania era libera dal debito senza nessun movimento di valuta. Nasceva in questo modo l’idea di costituire un Grande Spazio di scambi commerciali europei di cui la Germania sarebbe stata il centro, come nel 1940 spiegava una nota della Cancelleria del Reich: «i grandi successi della Wehrmacht tedesca hanno creato i fondamenti per il Nuovo Ordine Economico Europeo sotto il dominio tedesco. La Germania, dopo aver concentrato negli ultimi anni le proprie forze principalmente sul riarmo militare, potrà seguire in futuro anche la strada della crescita economica e dello sviluppo delle proprie forze produttive su ampia base e una grossa crescita del tenore di vita ne sarà la conseguenza»[1].

Questo Nuovo Ordine Economico Europeo sarebbe però nato asimmetrico perché gli stati aderenti si sarebbero collocati in due diversi gironi d’importanza: un «cerchio interno» composto dalla Germania allora impinguata dell’Austria e dei Sudeti, dal Protettorato di Boemia e Moravia, dal Governatorato Generale polacco e da Danimarca, Norvegia, Olanda, Belgio e Lussemburgo in quanto nazioni razzialmente affini ma pure economicamente omogenee, tanto da potersi pensare   ad un unico livello dei prezzi, dei redditi e dei salari; ed un «cerchio esterno» in cui avrebbero gravitato Svezia, Svizzera e poi Portogallo, Italia, Grecia e Spagna (i PIGS, i paesi “maiali” già previsti!) con estensione all’Unione Sovietica (quando sconfitta), alla Turchia e all’Iran per proiettare il Grande Spazio fino al Pacifico e al Golfo Persico. Qui però prezzi e salari sarebbero stati mantenuti più bassi per favorire le esportazioni verso il cerchio interno. Il marco avrebbe dovuto diventare la moneta comune (in mancanza, «la fissazione di tassi di cambio stabili sarebbe assolutamente necessaria»), mentre sarebbe stata istituita una Banca Centrale Europea con sede a Vienna, che allora era tedesca, per il conteggio incrociato dei saldi tra i paesi associati «in cui, naturalmente, la Germania deve essere predominante».

Tanto progetto d’unificazione commerciale e monetaria europea non ha però mai visto la luce, travolto dal rovesciamento delle sorti della guerra dal 1942 in poi. Ma si può avanzare il legittimo sospetto che, dopo la costituzione della Unione Monetaria, la Germania post-1989 abbia ripreso con determinazione l’idea del Grande Spazio europeo partendo dall’adozione di una  politica commerciale lucidamente “mercantilistica” per compensare con l’esportazione all’estero il rigore fiscale e la moderazione salariale interne (e qualcuno ha scritto che «se non ci fossero state le robuste esportazioni verso l’Europa periferica, la Germania sarebbe scivolata dalla bassa crescita alla stagnazione»[2]). Ma il disavanzo commerciale che si veniva a formare in periferia, non più correggibile con le “svalutazioni competitive” di un tempo per il vincolo della moneta unica, come sarebbe stato coperto? A sostenere la capacità di spesa dei paesi “maiali” sono  intervenuti i prestiti di capitale dal centro per cui, se quelli s’indebitavano, questo otteneva il doppio vantaggio di guadagnare interessi sul denaro prestato assicurandosi contemporaneamente  un mercato di sbocco privilegiato perché privo di rischio di cambio.

Il gioco non è tuttavia senza difetto perché, mentre la periferia si deindustrializza per l’invasione delle merci straniere, il centro si fa partecipe della sua progressiva instabilità finanziaria  per quell’indebitamento crescente di cui è creditore. E così quando, e ai primi casi d’insolvibilità periferica (in Grecia, ma soprattutto a Cipro), il centro ha temuto che i propri crediti potessero venire “ripudiati”, è corso ai ripari richiedendone alla periferia il rientro, almeno in parte, coatto. Sta in questo il senso del Trattato per la stabilità, il coordinamento e la governance, sinteticamente noto come “Fiscal Compact”, approvato il 23 luglio 2012 dal Parlamento italiano. Con esso si sono a tal punto irrigiditi i vincoli di bilancio pubblico e di debito sovrano da poter essere giudicato, dopo il Trattato di Maastricht (1991) ed il Trattato di Lisbona (1999), come «il terzo atto della storia dell’euro che radicalizza in maniera inedita i principi neoliberisti che hanno caratterizzato fin dall’inizio la costruzione della moneta unica»[3] , anche a rischio di realizzare una forma di austerità perpetua che potrebbe fare esplodere l’Unione Monetaria Europea.

Il Fiscal Compact richiede all’articolo 3 che le spese statali vengano integralmente coperte da imposte e tasse (al netto di variazioni minimali emergenziali); in caso contrario è previsto «un meccanismo automatico di correzione» che di fatto priva i paesi colpevoli d’infrazione d’ogni potere decisionale proprio. L’articolo 4 impone invece il rientro del debito pubblico al 60% del PIL a partire dal 2015 (un impegno confermato dalla “Agenda Monti” del 24 dicembre 2013), il che significherebbe per l’Italia, che ha un debito pubblico del 134% su di un PIL di oltre 2000 miliardi di euro, un aggravio sul bilancio statale e per vent’anni di una quota di restituzione del debito di oltre 50 miliardi all’anno. Ma perché un simile provvedimento è stato introdotto? Chi l’ha pensato si è affidato a certe stime del Fondo Monetario Internazionale secondo le quali ad un punto di “contrazione fiscale” (più imposte e tasse e/o meno spesa pubblica) corrisponderebbe un calo del PIL dello 0,5%, e quindi una riduzione del rapporto Debito/PIL. Però all’inizio del 2013 lo stesso FMI ha convenuto che quella stima funziona soltanto in caso di crescita economica, perché in recessione la riduzione del PIL sale all’1,7%, aumentando (e non diminuendo) il rapporto Debito/PIL e quindi costringendo ad ulteriori interventi d’austerità che peggiorano il rapporto e così via seguitando[4] (come s’è visto in Italia con le manovre di riduzione del debito dei governi Monti e Letta che, invece di diminuirlo, lo hanno aumentato).

Ma se tutto questo succede in periferia, che capita al centro? Di fronte ad un eventuale collasso economico periferico, esso vedrebbe restringersi l’area privilegiata d’esportazione dovendo ricercare altri sbocchi fuori dalla zona-euro, dove però il rischio di cambio esiste. E qui, a fronte di un euro troppo rivalutato, la sostituzione delle esportazioni potrebbe non risultare “a somma zero”, come sta già succedendo alla Germania: calano le esportazioni verso i paesi UE, ma «Berlino sbaglierebbe davvero molto se d’ora in poi potesse pensasse di poter puntare tutte le sue carte solo sul resto del mondo. Con una domanda interna tendenzialmente debole e senza la vecchia Europa che torni a comprare il “made in Germany”, il suo attivo rischia di non correre più come quello di un tempo, sicché nel 2012 la somma del saldo complessivo UE ed extra-UE ha fatto segnare soltanto quota 185 miliardi, un livello ancora lontano, dopo cinque anni, dal record storico di 194 miliardi toccato nel 2007»[5].

Quale soluzione allora ci sarebbe per il centro se non quella di una svalutazione competitiva dell’euro per guadagnare maggiori quote di mercato? Ma questa decisione, favorevole agli industriali, danneggerebbe il sistema finanziario, che vedrebbe minacciato quell’euro forte difeso fino ad ora a spada tratta. Ecco perché non è da escludere l’alternativa di un arroccamento su di un euro del nord che abbandoni al proprio destino i paesi “maiali” per riciclare il centro come luogo privilegiato d’importazione di capitali invece che di esportazione di merci. E’ quest’ultima una soluzione praticabile? L’antagonismo tra finanza e industria è un tema ricorrente nella storia economica.

 *Professore nell’Università di Bologna.

[1] Cfr. P. Fonzi, La moneta nel Grande Spazio. La pianificazione nazionalsocialista della integrazione europea 1939-1945, Milano, 2012.
[2] S. Cesaratto e A. Stirati, Germany and the European and Global Crisis, in “Quaderni del Dipartimento di Economia politica dell’Università di Siena”, 2011, n. 607, p. 3.
[3] B. Coriat, T. Coutrot, D. Lang e H. Sterdyniak, Cosa salverà l’Europa. Critiche  e proposte per un’economia diversa, minimum fax, Roma, 2013, p. 8.
[4] Cfr. O. Blanchard e D. Leigh, Growth forecast errors and  fiscal multipliers, in “IMF Working Paper”, 2013, n. 1.
[5] M. Fortis, Il made in Germany sta peggio, “Il Sole-24ore”, 17 maggio 2013.

– Tratto da: http://www.economiaepolitica.it/index.php/europa-e-mondo/leuro-dei-nazi-e-il-nostro/#.U1wslqLj2JZ

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Elezioni Europee

Domenica 6 Aprile Basta Tasse ha depositato il simbolo per le Europee 2014.
Sono 64 i simboli  presentati per le elezioni europee del 25 maggio. Il numero 2 (“Basta euro”) è stato ritirato: Basta Euro in realtà è  stata una manovra della Lega Nord che  temeva depositi su “slogan” presente nel proprio simbolo,
informiamo tutti i nostri sostenitori che non è in alcun modo legato a Basta Tasse.

In Italia le lelezioni averranno domenica  25 Maggio 2014.

Basta Tasse ritiene che sia molto importante che gli elettori  si indirizzino verso una scelta  di  contestazione verso la  politica di Austerity e di decisa critica verso quaesta moneta unica imposta dal sisitema bancario e non sovrana.

Foto:fonte www.ansa.it

 

 

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Controcorrente!

Sulla Crimea USA ed EU ( includendo i servi d’Italia)  giocano a fare gli ipocriti, ed usano la parola democrazia e legalità a proprio uso e consumo.
L’ Ucraina è considerata per l’Europa (e quindi USA) in posizione strategica, e da sfruttare per il corridoio del Gas  e per indebolire la Russia .
Una rivolta finanziata a Kiev diventa  pretesto per imporre all’ Ucraina  la schievitù dell’ EURO, poco importa se tale giochetto costerà ai sudditi europei 40 miliardi di € (almeno).
Il potere USA -EU vuole impadronirsi dell’ Ucraina a tutti i costi, e  il volere del popolo che con un espressione popolare (= democrazia e sovranità)  al 96% chiede di essere annessa alla Russia ( giustamente, meglio in Russia che sotto la schiavitù della Troika!) vale zero, anzi è eversiva!
Noi non possiamo che condividere e solidarizzare con il popolo della Crimea che liberamente sceglie del proprio futuro, e condanniamo l’ingerenza di chi, senza alcun titolo, pretende di costringere il popolo a subire volontà scelte a tavolino dal potere finanziario, che ormai comanda spudoratamente la politica .

Basta Tasse, W la libertà, W la sovranità dei Popoli !!!

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Matteo: Gira la ruota … Gira la ruota..!

Matteo Renzi lo sa:  con la sua investitura a Capo del Governo gioca l’ultima partita per il PD:  se dovesse fallire, se dovesse solo assecondare il desiderio del Presidente della Repubblica, della Comunità Europea ovvero della BCE di “dare continuità” alla liquidazione dell’ Italia, nel giro di un semestre, firmerebbe la fine della sua carriera e  porterebbe alla disgregazione irreversibile del PD.
Considerato tale  rischio, comunque andrà, non possiamo che esprimere soddisfazione infatti:

  1. Qualora Matteo Renzi riuscisse nell’ impresa di portare gli Italiani fuori dal pantano della recessione (pilotata e voluta), non potremo che essere  soddisfatti e riconoscerne l’onore e questo a prescindere dai colori politici .
  2.   Qualora invece dovesse fallire , bhe  sarebbe comunque un successo, infatti procurerebbe la fine definitiva dei partiti “tradizionali” creando lo spazio a nuovi movimenti liberi ed indipendenti , e questa volta capaci di creare la discontinuità che serve.
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La Germania sta spolpando le nostre migliori aziende

«Si chiama Spirale della Deflazione Economica Imposta. Ne ho scritto per la prima volta 4 anni fa ne “Il Più Grande Crimine”», ricorda Paolo Barnard. «Dissi che la Germania e la Francia avevano progettato la distruzione dei paesi industrializzati del sud Europa con l’adozione dell’euro, in particolare dell’Italia, perché era la Piccola Media Impresa italiana che aveva stroncato quella tedesca, al punto che nel 2000, prima dell’euro, l’Italia era il maggior produttore e la Germania l’ultimo (dati Banca d’Italia)». Oggi lo scenario si è ribaltato, puntualmente. E le imprese tedesche vengono a fare shopping da noi, perché «in quel comparto industriale abbiamo il miglior sapere al mondo». E, grazie alla trappola dell’euro, che ha «deprezzato l’economia italiana a livello albanese», i tedeschi comprano le aziende italiane a prezzi stracciati. Lo conferma un recente report del “Financial Times”: «Le piccole medie imprese tedesche si sono gettate in un’abbuffata trans-alpina, rendendole le più attraenti acquirenti straniere in Europa di aziende italiane».

«Aziende della base industriale del Mittelstand tedesco ottengono accesso al sapere tecnologico di aziende italiane in difficoltà, mentre in alcuni casi spostano i loro quartieri generali oltr’alpe», scrive il quotidiano finanziario il 27 gennaio, sottolineando l’importanza del “sapere tecnologico italiano”. «Le aziende tedesche stanno afferrando opportunità d’espansione mentre la recessione sospinge verso il basso il prezzo degli affari nel sud Europa in difficoltà». Per Barnard, è esattamente «la Spirale della Deflazione Economica Imposta, per comprarci con due soldi» grazie alle restrizioni promosse dal sistema Ue-Bce. Marcel Fratzscher, direttore dell’istituto economico tedesco Diw, ammette che il terreno di caccia del business tedesco è soprattutto l’area in crisi, dove i tedeschi possono “aiutare” le piccole e medie aziende italiane, che «spesso faticano a ottenere credito». Ovvio: «A noi la Germania ha proibito di avere una “banca pubblica” come la tedesca Kfw», protesta Barnard. Una banca che, «barando sui deficit di Stato tedeschi, ha versato miliardi in crediti alle aziende tedesche».

«Le acquisizioni – continua il “Financial Times – sono spesso descritte come accordi strategici, ma degli insider ci dicono che il linguaggio nasconde una serie di acquisizioni aggressive». Di fatto, è la “conquista” di aziende italiane, contro la volontà dei proprietari italiani costretti a vendere. «In alcuni casi gli accordi sono strutturati in modo che il marketing e il management sono esportati dall’Italia, spogliando l’azienda acquistata fino alle sue strutture produttive». Carlos Mack, di Lehel Invest Bayern, dice al “Financial Times” che la logica dietro al trasferimento delle sedi delle aziende italiane «è di avere sia i beni di valore che il marketing e il management in Germania, perché così si ha accesso più facile al credito bancario da banche non italiane». Sempre Mack dice che le aziende tedesche «non sono interessate al mercato italiano, ma solo al prodotto italiano». Ovvero, «sono interessate a vendere il prodotto italiano altrove». Per Barnard, è «la conferma che noi abbiamo le più straordinarie piccole medie imprese del mondo, e ora ci portano via i gioielli della nostra produzione».

«A differenza delle aziende italiane – continua il “Financial Times” – le tedesche hanno poche difficoltà a trovare crediti». Una ricerca ha evidenziato che «le banche italiane lavorano bene con le succursali tedesche in Italia, facendogli credito, per proteggersi dai loro investimenti nelle aziende italiane in difficoltà». Ma come, non erano in difficoltà le nostre banche? «Perché prestano ai tedeschi e non a noi?». E’ un “trucco”, innescato dalla Deflazione Economica Imposta dall’euro: «Le nostre aziende affogano, quindi le banche italiane strangolano le aziende italiane perché sono in difficoltà, e arrivano i tedeschi a papparsi i nostri marchi di prestigio a 2 soldi, e le banche italiane ci fanno affari». Norbert Pudzich, direttore della Camera di Commercio Italo-Tedesca a Milano, dice che anche prima della recessione le aziende italiane avevano difficoltà a trovare crediti, perché ad esse manca lo stretto rapporto con le banche “di casa”, che invece le aziende tedesche del Mittelstand hanno. Infatti, osserva Barnard, la stessa Kfw «ha versato miliardi di euro di spesa pubblica sottobanco alle aziende tedesche, barando, mentre costringevano noi a rantolare senza un centesimo dal governo».

«Tutto questo – conclude Barnard – io lo denunciai 4 anni fa, e mi davano del pazzo. Questa è la distruzione pianificata di una civiltà, quella italiana, delle nostre famiglie, dei nostri ragazzi. Questo è un crimine contro l’umanità, perché lo stesso accade in altri paesi europei. Questo è nazismo economico». I tedeschi? «Non cambieranno mai», sono «sterminatori nell’anima», andrebbero «commissariati dall’Onu per sempre». Barnard l’ha ripetuto in decine di conferenze, mostrando una slide dell’“Economist”: ora, con la nostra economia retrocessa a condizioni da terzo mondo «proprio a causa dell’Eurozona voluta da Germania e Francia», la Germania e altre potenze vengono a rastrellare aziende italiane pagandole quattro soldi. Tutto previsto: era un piano preciso. Se cessi di immettere denaro nel sistema, proibendo allo Stato di spendere, vince chi bara – in questo caso la Germania, in cu lo Stato finanzia (di nascosto) le aziende, creando un enorme vantaggio competitivo, completamente sleale. La politica italiana? Non pervenuta. E’ per questo che i “predatori” hanno campo libero. E il paese precipita.

Fonte:http://www.libreidee.org/2014/02/la-germania-sta-spolpando-le-nostre-migliori-aziende/

 

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Napolitano e Monti

In ambienti Bocconiani circola la voce che fosse  noto fin da un anno prima che Napolitano avesse chiesto a Monti di “prepararsi”.
Lui incominciò facendo parlare di sè su varie testate giornalistiche . È palese che vi fu un complotto, che si trattó di un colpo di mano per eliminare Berlusconi,  scomodo alla leadership tedesca e ai  poteri finanziari e bancari dell’ Europa che conta.  Fù esercitata una violenta pressione persuasiva:  da una parte lo  Spread dall’ altra le  beghe giudiziarie  che lo fecero presto  capitolare.
Ricordiamo che la BCE puó fare qualsiasi operazione finanziaria in piena segretezza, senza dover rendere conto a nessuno e senza che nessuna corte, compreso quella suprema possano mai indagare. Siate consapevoli che in poco tempo la BCE puó impunemente distruggere l’economia di uno stato o di un azienda “nemica”.
Presto ci saranno le elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo, siamo sicuri che è questa l’europa che vogliamo?
Siamo sicuri di preferire la dittatura monetaria alla democrazia?
Buttiamoli fuori tutti, non solo a casa nostra ma anche e sopratutto dall’ Euro Parlamento !
Non ci serve una moneta straniera, vogliamo una moneta comune sovrana e la SOLIDARIETA’ tra i popoli europei, altrimenti meglio ognuno per la propria strada!

 

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